Parco archeologico Segesta
Parco Archeologico di Segesta
Segesta è la più importante delle città elime. La sua posizione è estremamente suggestiva poichè essa si trova adagiata su un sistema collinare che assume variegate fogge, abbellite dall'inserimento dei suoi monumenti principali: il teatro ed il tempio.
La leggenda dice che fu fondata dagli scampati alla guerra di Troia guidati da Enea, il quale, prima di approdare a Roma, vi lasciò una cospicua colonia di suoi concittadini, tra i quali il vecchio padre. Leggenda a parte, la ricerca archeologica ancora agli inizi non ha verificato con chiarezza l'esistenza di chiari legami culturali fra questa città ed il mondo elimo in generale, e alcune aree dell'Asia Minore. Gli Elimi furono, comunque, un popolo estremamente raffinato e per questo soggetto agli influssi dominanti della cultura greca siceliota, ma non in posizione subalterna, come tutte le popolazioni cosiddette indigene della Sicilia.Gli Elimi mantennero rapporti con le civiltà limitrofe, ma cercando di avere sempre una autonomia che li portò a contrastare con i Greci in alleanza con i Punici e con questi ultimi in alleanza con Roma.
Segesta ben presto divenne una potente città che ebbe, pertanto, un rapporto quasi sempre conflittuale con Selinunte, forse anche per le rispettive posizioni geografiche contraddittorie. Fu per questa sua posizione politico-militare che ebbe rapporti quasi sempre amichevoli con i Punici. Ma, molto saggiamente, intuendo la nascente potenza romana, passò prestissimo dalla parte dei Romani, nel 260 a.C.. Fu grazie a questa mossa politica ed in nome delle comuni origini troiane che i Romani la esentarono dal pagamento di tributi e le diedero, inoltre, una certa autonomia politica e di controllo territoriale.
Gli elementi più significativi di Segesta sono il teatro, il tempio ed il santuario di contrada Mango. Essi rappresentano ovviamente le funzioni del culto, delle rappresentazioni e della politica.
Delle altre componenti della città si conoscono le mura con l’articolata Porta di Valle, alcuni quartieri residenziali e alcuni monumenti pertinenti Segesta medievale (mura, castello, moschea e borgo sommitale).
Il teatro fu costruito o intorno alla metà del IV o nel II sec.a.C. (vi sono due teorie al proposito) in quel punto per le intrinseche qualità panoramiche dell'area cacuminale del monte Barbaro. Nel sito del teatro si trovava una grotta con materiale dell'età del bronzo, successivamente inglobata nella costruzione. E' curioso notare che lo stesso fenomeno sia avvenuto in occasione della costruzione del teatro di Siracusa. E' ovvio che le maestranze e gli ideatori del teatro di Segesta erano di ambiente ellenico data la canonicità del progetto. Si tratta di uno dei più riusciti esempi di architettura teatrale collocabile nel passaggio dal tipo greco a quello romano. La cavea era in parte scavata nella roccia, in parte costruita con un poderoso muro di contenimento.E' logico supporre che, malgrado il teatro si trovasse in una città non greca, esso doveva avere quelle funzioni e quel ruolo nella città quasi identico a quello che un analogo monumento aveva nelle città greche. Fu sempre visibile nel paesaggio. Fu parzialmente scavato agli inizi del secolo e recentemente restaurato. E' oggi parte della zona archeologica visitabile di Segesta e viene periodicamente utilizzato per rappresentazioni teatrali.
Il tempio, di tipo dorico, sorgeva in una suggestiva posizione extra-urbana, su un poggio ben visibile anche da lontano. La sua struttura lievemente diversa dai templi greci canonici, l'assenza di ogni struttura interna (cella, adyton etc.) e il suo essere in una città non greca, hanno generato un dibattito acceso fra gli studiosi. Alcuni pensano che si tratti di un prodotto di tipo greco per un culto greco. In tal senso le anomalie riscontrate non avrebbero alcun peso e la cella, al suo interno, sarebbe stata indiziata al livello di fondazioni essendo, per questi studiosi, il tempio un'opera non finita. Altri, invece, dicono che si tratta di un semplice recinto sacro a cielo aperto per un culto non greco. La mancanza di cella e tetto sarebbero fattori conseguenti all'adozione di un modello greco soltanto nel suo aspetto esteriore e formale. Sarebbe logico pensare che la vicinanza delle città greca, prima fra tutti Selinunte, abbia generato l'idea di costruire un grande e vistoso edificio templare alla maniera greca, ma adattandolo alle proprie esigenze di culto ed alla propria cultura.
Qualunque sia stata l'organizzazione interna del tempio ed il tipo di culto praticato, è chiaro che la sua funzione preminente era quella religiosa. Purtuttavia, data la suggestione del luogo e l'ampio respiro dell'area nella quale sorge il tempio, è ovvio pensare che tutta la zona fosse un punto nodale nella struttura urbana di Segesta e nei suoi percorsi. Fu costruito alla fine del V sec.a.C. Seguì le vicissitudini della città non subendo, però, alcuna distruzione vistosa. E' uno dei rari esempi di templi dorici che non sono mai crollati. Esso è rimasto attraverso i secoli un elemento insito nel paesaggio, al pari degli elementi naturali circostanti. Soltanto di recente sono stati effettuati restauri e consolidamenti della pietra che l'erosione aveva intaccato. E' oggi una delle maggiori attrattive della zona archeologica di Segesta e dell'intera Sicilia.
Il santuario di contrada Mango fuori le mura doveva essere stato realizzato nel VI sec.a.C. Non sappiamo se la logica che guidò i Segestani a costruire il santuario in questione fosse stata la stessa che spingeva i Greci a costruire estese aree sacre al di fuori delle mura. Il santuario è di proporzioni notevoli. Un muro di temenos racchiude una vasta area entro la quale dovevano esistere più edifici indiziati da numerosi elementi architettonici quali capitelli, colonne etc. Purtroppo lo scavo che lo ha messo in luce non è che agli inizi sicchè è prematura qualsiasi considerazione comparativa. Non sappiamo nulla sulla destinazione cultuale del santuario.
Sempre pertinenti la città ellenistico-romana sono l’agorà ed un’edificio abitativo di grande pregio definito la “casa del navarca” per le decorazioni a prora di nave scolpite sui fianchi di un elegante peristilio.
Pertinenti la fase medievale dell’occupazione dell’area sono, oltre ai rifacimenti delle mura di cinta, il castello medievale annesso al teatro, le due chiese di epoca normanna e post-medievale, il quartiere medievale e la moschea.
Indirizzo : Case Barbaro - contrada Barbaro - S.P. 68
Provincia : Trapani Comune : Calatafimi Segesta Località : Segesta
Tel. : 0924952356
Orari ingresso : Dal 5 al 24 ottobre chiusura ore 18. Dal 25 ottobre al 31 dicembre chiusura ore 17. Ultimo ingresso sempre un'ora prima della chiusura.
Biglietto singolo intero : 6,00 €
Biglietto singolo ridotto: 3,00 €
Regione Siciliana - Assessorato dei Beni culturali e dell'Identità culturale